Giancarlo Sacconi

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Spinoza

Deus sive natura

L'originalità di Spinoza consiste nell'aver completamente integrato la scienza moderna e galileiana, in un sistema filosofico che contempla una teoria generale e “unitaria” dell'essere, di matrice razionalista.

Spinoza è un convinto cartesiano, ma lo supera nel senso che, pur confermando l’integrazione della scienza nella filosofia come Cartesio, non teorizza le dualità con cui questi, ad esempio, separava il mondo dei corpi da Dio, mentre ne condivide i concetti di necessità e determinismo.

Dio rimane nella metafisica cartesiana, un principio spirituale, uno spirito creatore, e ciò in aderenza a tratti fondamentali della tradizione speculativa. Cartesio inoltre sostiene che esiste una grande, radicale, differenza tra l'uomo, che è un'unità di corpo e di spirito, ed il resto della natura.

Per Spinoza, invece, questi dualismi vanno riunificati e superati, per capire la grande lezione della scienza della natura, che si svolge tutta nella prospettiva dell’unità del mondo dei fenomeni.

La grande innovazione spinoziana si ravvisa dunque soprattutto nella diversa visione di un Dio ricompreso in una teoria generale della natura: Dio, la sostanza, è uguale alla natura - "deus sive natura".

Questa è la visione spinoziana per quel tempo decisamente scandalosa, ma che fa di lui un pensatore moderno in un senso diverso da tutti gli altri.

Causa sui, dice Spinoza per definire Dio: Dio è causa di se stesso, e, di conseguenza, non ha bisogno di essere pensato attraverso gli schemi, le categorie della creazione o dell'emanazione.

Se questo è il punto di vista fondamentale, Dio "traspare" nel mondo, poiché tutto quanto si produce in natura, nella natura che è Dio, si trova in Dio, e Dio consiste in questa stessa produzione.

Quindi Dio si produce in virtù di se stesso e, producendo se stesso, produce un'infinità di cose finite - le res particulares - in un'infinità di modi. C'è quindi una sorta di simultaneità o coincidenza all'interno dell'essere tra l'atto attraverso il quale Dio si produce e l'atto attraverso il quale egli produce l'universo.

Si può dire che, in generale, Spinoza concepisca l'essere come una produzione: e pensare l'essere come una produzione significa effettivamente rinnovare in modo radicale la metafisica. Conducendo all’estremo il discorso, è possibile affermare che per Spinoza la natura è l'unità del suo processo produttivo e dei prodotti che sono tali all'interno di questo processo produttivo.

La novità assoluta dell’ontologia di Spinoza, del suo panteismo, è quindi quest'unità di Dio con la natura, questo nuovo concetto dell'essere come prodotto di se stesso per se stesso, che, producendosi autonomamente, produce tutto quanto può esistere.
Nulla è creato, tutto è prodotto.

L'idea fondamentale di Spinoza è dunque che tutto è prodotto, nulla è creato.

E se non c’è un principio che è al di qua del processo produttivo della natura naturans, la stessa natura si presenta come una struttura ontologica unitaria.

Ma unità non significa astrazione, eliminazione delle differenze, in quanto è "unità nella distinzione".

Dio non finisce mai di produrre un'infinità di modi e tutti i suoi prodotti sono chiaramente comprensibili, intelligibili in se stessi.

Questo è il secondo elemento fondamentale dello spinozismo: se nel primo viene radicalizzato il grande principio del materialismo secondo cui nulla nasce dal nulla - ex nihilo nihil fit - e, di conseguenza, viene confutato il concetto di "creazione", superando secoli di teologia, il secondo consiste nell’affermare che ciò che viene prodotto è in sé comprensibile.

Ciò significa che l'intelletto umano non è in grado di sapere tutto, ma quel che sa lo conosce esattamente com'è in sé, per cui anche la teoria della conoscenza è fondata dal principio della necessità.

La necessità è l'unica e sola determinazione dell'essere-sostanza e l’attività conoscitiva dell’intelletto, che ne è un attributo fondamentale, può quindi cogliere parzialmente l’ordine in sé delle cose.

Anche questo dimostra l'originalità assoluta del pensiero di Spinoza, cioè nel non pensare che l’essere abbia dentro di sé diverse, indipendenti, dimensioni.

La natura è un tutto, un tutto organizzato secondo modalità diverse; ai suoi differenti livelli di complessità corrisponde un’intelligibilità specifica, che non infrange però mai il fondamentale principio della causalità e del determinismo.

Attraverso tale "rivoluzione ontologica", Spinoza offre la possibilità di riesaminare

    il rapporto dell'uomo con la natura,

    il rapporto dell'uomo con il proprio corpo,

    il rapporto dell'uomo con se stesso

   il rapporto dell'uomo nelle sue relazioni con gli altri, che segnano l’ambito della politica.

La lettura dell'ETICA svela panorami mai esplorati prima, di una profondità e modernità e attualità straordinari.