Giancarlo Sacconi

Cenni biografici | Cosa penso di..| Aforismi | Curiosità

Cartesio e la nascita dell'individuo moderno

Nel “Discorso sul metodo” la preoccupazione di Cartesio è la seguente:
"la consistenza delle mie credenze prima che io riesca a trovare una chiave, la consistenza di ogni mia credenza non è mai distinguibile in linea di principio dalla consistenza dei sogni. Io non so mai se sogno o son desto. Non ho un punto d'appoggio su cui basarmi per dire: ciò è vero o è falso.”
 
Nelle “Meditazioni metafisiche”, la certezza delle credenze è individuata nel “cogito”, un punto in cui viene a concentrarsi, a contrarsi l'esistenza del “pensare “e dell'”essere “. “Cogito ergo sum”. Ma come fa il “cogito” a essere sicuro che quando pensa a sé stesso, si pensa con certezza come esistente? Chi glielo dice? :Dio glielo dice!
e trattandosi di meditazioni metafisiche Dio non può non essere il protagonista, ma un protagonista passivo. Dio è strumentalizzato e trasformato nel principio di certezza. È il punto d’appoggio ed è tutto quello che può fare. Evidentemente qui Dio è diventato il trascendentale, da trascendente che era.
È diventato la condizione universale delle possibilità del pensare scientifico.
 
Questa è la nascita del soggetto moderno. L’individuo.
Cioè il cooptare tutta l'esistenza pensante in un punto che si chiama “individuo”.
Un individuo attivo, che Cartesio chiama “res cogitans”.
E insieme ad esso un mondo trasformato in un’esistenza passiva, ogni qualità spazzata via.
È la “res extensa”, completamente a disposizione della “res cogitans”.
Come dice Cartesio: la “res extensa” è l’oggetto, la “res cogitans” il soggetto.
 

E il soggetto è tale solo quando si fonda sul metodo scientifico, e perciò diviene padrone e proprietario della natura.
 
Da quando il soggetto individuale dice”io”, da quel momento in poi comincia la storia propriamente umana fatta su misura per l'uomo perché è fatta dall'uomo.
Io sono io e il mondo è mio. Sono padrone di ogni cosa, della natura, di me, del mio destino.
il soggetto vuole essere nel mondo come a casa propria. Non vuole essere nel mondo come a casa di qualcun altro.
Il soggetto moderno è il soggetto del verbo pensare ed è il soggetto del verbo fare e fa il mondo con la tecnica. La tecnica che c'è sempre stata.
 
E allora, se
l'umanesimo italiano affermava che l'individuo è lo specchio della natura, perché l'individuo è il microcosmo che riassume in sé il macrocosmo,
l'uomo moderno, il razionalista moderno, al contrario sa che la natura è lo specchio dell'individuo.
L'esatto contrario, appunto.
L'uomo moderno non è l'umanista, non è uomo rinascimentale, semmai è l'uomo barocco, l'uomo melanconico, è l'uomo che sa del vuoto originario e tuttavia non rinuncia a proiettare sul mondo una maschera efficace, una persona che è la sua immagine.
Il mondo deve essere a nostra immagine.
Non noi a immagine del mondo.
 
Un pensiero grandioso, una sfida con noi stessi di cui ci sentiamo orgogliosi, l'uomo faustiano che non accetta alcun metro di misura che lo preceda, l'uomo tecnico, esposto certamente alla dismisura e perciò anche al rischio intrinseco di costruire un mondo che non sia a misura d'uomo e al rischio prometeico.
 
Questo è il soggetto moderno, l’individuo moderno, e Cartesio ne è il teorico, il padre, l’artefice.
 
 
E poi fu Spinoza.