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Giancarlo Sacconi

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Conformismo

Voglia di Conformismo

Orwell ha messo bene in luce come in noi operi una sorta di bramosia ad essere irreggimentati.
È pur vero che questa esigenza è alla base della socialità, della cooperazione.
E solidarietà, lealtà, hanno la stessa motivazione. Il desiderio di appartenere a un gruppo più o meno esteso, più o meno coeso, è anche alla base della appartenenza partitica, ma non solo.
Pensiamo al fenomeno dello sport, specialmente il calcio. In mancanza di certe appartenenze sembra di non essere completi e ci si sente soli e insicuri.
Ma il conformismo non è sufficiente a tenere insieme gli individui in un'impresa comune.
Di fronte alle prime serie difficoltà occorre qualche individuo eccentrico, fuori dal gregge, che escogiti quella soluzione a cui magari il gruppo non arriva.
Ecco perchè è bene che uno Stato si organizzi con una pluralità di autorità civili.
Secondo Machiavelli una struttura statale democratica si rivela più flessibile nell'adattarsi alle diverse situazioni, di quanto non farebbe un singolo detentore del potere, perchè è difficile che questi cambi il suo modo di governare, e così quando i tempi cambiano, non si ritrovano più adeguati a quel modo di governare, e lo Stato rovina.

La tirannia della consuetudine

Il tema della tirannia della consuetudine attraversa la filosofia della politica come quella della scienza.
Ancora Machiavelli: "Noi non possiamo opporre a quello che c'inclina la natura", di nuovo dunque il determinismo. Noi come singoli, ovviamente!
Ma il Collettivo "avendo con uno modo di procedere prosperato assai, non è possibile persuadergli che possa fare bene a procedere altrimenti" purché anch'esso non si irrigidisca! Altrimenti, anche il Collettivo vittima dell'abitudine è votato al declino e al crollo.
L'obiettivo di una comunità, di un partito, di uno Stato non è mai semplice. In questo caso di fronte alla complessità la coesione di un Gruppo che escluda i diversi, e si autoescluda dai diversi, non è la migliore soluzione. Questa è la debolezza delle grandi dittature del Novecento: Colossi dai piedi di argilla.

La tradizione "repubblicana" argine della irrazionalità politica del singolo

Le istituzioni repubblicane messe in campo dal mondo occidentale, riescono, almeno sulla carta, ad impedire che i comportamenti irrazionali dei singoli, finiscano per trasformarsi in un una folla asservita al potere. Ma non possiamo farci illusioni, perchè, ancora in democrazia, nonostante tutto quello che è successo, questo vizio di accomodarsi nell'alveo di un pensiero dominante, persiste, eccome!

Il conformismo tende ad allargarsi

Sembra lecito aspettarsi che nei prossimi anni i conformismi a livello globale tendano ad espandersi.
Anche se fenomeni di resistenza non sono improbabili, perchè da un certo momento in poi il disagio diventa così grande che spinge la gente a fare qualcosa.
Ma è ovvio che l'appiattimento prevarrà a livello generale in relazione alla globalizzazione dell'economia.
Sembra che gran parte dell'umanità guardi all'occidente, non solo come meta da raggiungere fisicamente, ma come organizzazione di vita.
Nonostante le critiche dei tanti anche qui che non mancano di puntare il dito contro lo sviluppo, in barba, sembrerebbe, alle proprie consolidate condizioni di vita, ma in realtà con il solo intento di mantenerle, il vituperato spirito del capitalismo si sta impadronendo di moltitudini sempre più larghe.
Ci si comincia ad accorgere anche nei paesi poveri che certe basilari idee di sviluppo vanno attuate nel luogo in cui vivono, piuttosto che andare a cercare altrove il benessere.