Giancarlo Sacconi

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Reteumbria

Reteumbria è nata verso la fine degli anni 90 per una concomitanza di eventi che si sono incrociati.

Un imprenditore perugino di successo, Giampiero Bianconi, era titolare di una Tv locale "Tele-Assisi", che trasmetteva in un raggio molto circoscritto (Assisi e la piana del Subasio).

La nuova legge Mammì sul riordino del sistema televisivo, prevedeva concessioni regionali qualora le Tv esistenti coprissero una parte consistente del territorio regionale.

Bianconi individuò alcuni punti strategici di stazioni emittenti: Gualdo, Marsciano, C.Castello, Terni, che aggiunti ad Assisi, avrebbero risposto ai requisiti di legge (come poi avvenne).

Si trattava di acquisire alcune trasmittenti e riunirle in un'unica rete. Bianconi propose una collaborazione con il Psi, attraverso un mio interessamento che avrebbe dovuto facilitare l'acquisizione di quelle strutture.

Giampiero Bianconi aveva già dato prova di grande fiuto e notevolissime capacità imprenditoriali, e godeva della mia fiducia e ammirazione. 

Anche Bianconi apprezzava le mie attitudini manageriali e organizzative, perchè condizionò l'iniziativa al mio personale coinvolgimento anche a livello operativo. Dopo una forte resistenza iniziale accettai la proposta.

Il Psi avrebbe potuto avere una propria presenza televisiva a livello regionale, anche se limitata all'informazione.

All’inizio l’iniziativa fu sostenuta dai pochi socialisti locali che ci credevano, tra i quali Enrico Manca, Antonio Cassetta, Giampaolo Fatale e Leonardo Barbalinardo.

Ma con Bianconi non tutto filò liscio. Non accettò la mia idea di cambiare il nome all’emittente da TeleAssisi a ReteUmbria e si ritirò dalla Società.
Solo più tardi mi reso conto dell'abbaglio che avevo preso non fidandomi invece dell'intuito imprenditoriale di Giampiero. Il richiamo di "Assisi" era decisamente superiore a quello di "Rete Umbria".

 


Posso dire di avere “fondato” la Tv nei due mesi seguenti, periodo in cui occorreva documentare la domanda da presentare entro la terza decade di ottobre, pena l’esclusione. Insieme a due collaboratori, lavorando spesso fino a notte inoltrata, riuscimmo a regolarizzare la pratica entro la fine di ottobre (un piccolo miracolo), e due anni dopo arrivò la concessione governativa.

Nel frattempo, dopo un controllo di massima dell'autorità tecnica competente, fu rilasciato il nulla osta per irradiare le trasmissioni.

I comunisti avviarono una violentissima controffensiva guidata da Gino Galli allora presidente di Umbria Tv, e appoggiata da tutto l'establishement regionale a cominciare dal Presidente e dall'assessore al ramo, oltre che dalla minoranza DC, a cui, seppure in pochi, controbattemmo con fermezza.

In pochi, perché tanti socialisti non vedevano di buon occhio l'iniziativa per le note beghe interne di cui soffrono tutti i partiti.

Fui esautorato dalla gestione, infatti, con un atto di forza, determinando lo sfascio dell’iniziativa per mancanza di ogni altra capacità manageriale all’interno del Psi.

Quando poi l'iniziativa si avviò verso l'inevitabile fallimento, ci fu il fuggi fuggi generale.

Poichè ci avevo messo la faccia, pressato da coloro che avevano avuto fiducia in me, non mi sono sottratto agli impegni assunti anche da coloro che ne avevano causati lo sfascio.

Con l'aiuto di Giorgio Casoli e persino di Craxi, ho cercato di raddrizzare la barca, ma l'esito inevitabile è stato la liquidazione della Società.

Purtroppo mi sono accorto tardi con chi avevo avuto a che fare.