Ai giovani
Cercate di non badare troppo a quelli che tenteranno di rendervi
la vita difficile.
Ne incontrerete molti, moltissimi: quelli che hanno una veste
ufficiale e quelli che si sono nominati da sé. Sopportateli, se non potete scansarli, ma quando vi sarete messi in salvo date loro il minor peso possibile. Soprattutto, evitate di raccontare i capitoli del trattamento ingiusto che vi hanno inflitto; evitate di farlo, anche quando avete ascoltatori ben disposti. Racconti del genere prolungano l'esistenza dei vostri antagonisti; con ogni probabilità essi contano sulla vostra loquacità e sperano che voi divulghiate in giro la vostra esperienza. Preso di per sé, nessun individuo merita un discorso approfondito sull'ingiustizia (o piuttosto sulla giustizia). Il rapporto di uno a uno non basta a giustificare la fatica; è l'eco che conta. Questo è il principio fondamentale di ogni oppressore, sia che agisca in nome dello Stato o che si tratti di un autodidatta. Perciò carpite o coprite quell'eco: è il modo migliore per impedire che un fatto, per quanto sgradevole o importante, pretenda di durare più del tempo che gli è occorso per compiersi. Ogni atto dei vostri nemici prende significato e rilievo dal modo in cui voi reagite, perciò, come a un incrocio, tirate avanti e correte via: trattateli come se fossero semafori gialli, non rossi. Non occupatevi di loro, mentalmente o verbalmente; non vantatevi di averli dimenticati o perdonati - meglio dimenticarli e basta: risparmierete alle vostre cellule cerebrali un mucchio di lavorio inutile. Cambiate canale, insomma: non potete togliere dalla circolazione questo network, ma almeno potete ridurne l'indice di ascolto. (da una celebre orazione di Josif Brodskij agli studenti dell'Università del Michigan) |